“Le partecipate dello Stato, anche se assolutamente encomiabili sotto il profilo delle competenze, esercitano ancora un’influenza eccessiva sui piani energetici del paese” e questo è un problema perché “i loro obiettivi spesso non combaciano con quelli della generazione distribuita da rinnovabili, visto che il loro core business è la produzione da fossile e centralizzata”. Lo ha detto il presidente di Italia Solare, Paolo Rocco Viscontini, nel corso dell’audizione sul Piano energia e clima svoltasi ieri in commissione Attività produttive alla Camera.
“Ci auguriamo – ha aggiunto – che i governi siano più indipendenti per governare al transizione e non farsi guidare”.
Viscontini ha sottolineato che Italia Solare ha oltre 800 soci, ha sottolineato le criticità della “riforma delle bollette del 2016 che rende non conveniente autoconsumo e efficienza”, il “fallimento dei Certificati bianchi”, il problema dall’abbassamento della soglia di consumo per l’esenzione dagli oneri per le aziende energivore per cui “chi consuma sopra 1GWh non ha interesse a scendere al di sotto altrimenti perde il contributo, che il “capacity market è un elemento distorsivo del mercato che penalizza sviluppo Fer” e la necessità di sbloccare autorizzazioni e comunità energetiche.
Secondo Viscontini “è sbagliato il principio di fondo del Pniec perché parla troppo di gas”